La Rocca Aldobrandesca di Sovana perde alcuni massi dalla parte interna

16 Novembre 2013

Alcuni massi si sono staccati stamani dalla parte interna della Rocca Aldobrandesca di Sovana, nel comune di Sorano (Grosseto), risalente all'anno mille.
Il movimento di oggi fa seguito ad un altro avvenuto una settimana fa, dalla parte opposta alla struttura, quando alcuni massi caddero sulla strada chiusa poi al traffico con un'ordinanza dall'Amministrazione.
La Rocca è di proprietà del Demanio dello Stato.

Fonte: ANSA
UN DISTACCAMENTO di sassi.
Il secondo nelle ultime due settimane, che inizia perciò a preoccupare non solo l'Amministrazione, ma anche coloro che hanno a cuore un bene prezioso come la Rocca Aldobrandesca di Sovana, uno dei luoghi più belli dell'entroterra maremmano.
La Rocca presenta problemi ormai da tempo, problemi che si sono acuiti con l'ultima ondata di maltempo.
La pioggia e il vento, anche a causa della vetustà dell'edificio (la struttura sorge su insediamenti di epoca etrusca), hanno fatto cadere dei massi in due zone.
L'episodio più grave ieri mattina quando alcuni massi sono caduti nei cortili interni della Rocca. Il crollo che fa seguito a quello delle scorse settimane quando alcuni grossi massi erano caduti sulla strada del Pretorio, prontamente chiusa al traffico dall'Amministrazione guidata da Pierandrea Vanni. Adesso l'altro caso che fa preoccupare.
"Stiamo premendo ormai da mesi — ha detto Pierandrea Vanni, primo cittadino di Sorano — sul Demanio affinché intervenga. Servirebbe un sopralluogo urgente per capire se ci sono problemi alla struttura. Ma purtroppo ancora non si è mosso nulla nonostante le nostre sollecitazioni. Noi, come Amministrazione, abbiamo a scopo preventivo chiuso la strada perché dobbiamo tutelare l'incolumità delle persone.
E stiamo pensando anche ad altri provvedimenti, come quello di transennare la parte interna. Però più di così non possiamo fare".
La Rocca Aldobrandesca è uno dei monumenti più importanti del territorio: nata intorno all'anno Mille come sede e simbolo del potere della famiglia Aldobrandeschi che la controllarono fino alla fine del Duecento. Durante il dominio aldobrandesco, la fortificazione fu inglobata nella Contea di Sovana, a seguito della spartizione di tutti i possedimenti della famiglia.
Alla fine del ‘200, Sovana e la sua rocca entrarono a far parte della Contea degli Orsini di Pitigliano, a seguito del matrimonio tra Romano Orsini e Anastasia Aldobrandeschi. Nei primi anni del Quattrocento, Sovana fu conquistata dai Senesi.
Proprio in questo periodo, la fortificazione venne restaurata dopo essere rimasta completamente abbandonata per più di un secolo.
Nella seconda metà del Cinquecento, Sovana e la sua rocca entrarono a far parte del Granducato di Toscana, seguendone le sorti.
Cosimo I de' Medici fece eseguire alcuni lavori di ristrutturazione. Matteo Alfieri


Fonte: IL TIRRENO - 19 novembre 2013
di Antonello Carrucoli
La medioevale Rocca Aldobrandesca di Sovana, nel comune di Sorano, rischia di crollare e il problema è: a chi spettano gli interventi di consolidamento e di salvaguardia archeologica? All'agenzia del demanio o alla soprintendenza? Un po' a tutti e due.
Ma siccome nessuno dei due ha i soldi per fare i lavori, alla fine tocca pagare al Comune di Sorano.
Che, però, sta già preparando le contromosse.
Il sindaco, Pierandrea Vanni, dopo la segnalazione del pericolo crolli di pochi giorni fa, ha dichiarato la zona interdetta al traffico, ha fatto presente la situazione di forte criticità della rocca sia al demanio, sia alla soprintendenza ai beni architettonici delle province di Siena e Grosseto.
Il risultato?
Si è ritrovato con un pugno di mosche in mano in una sorta di scarica barile di responsabilità.
Questa, infatti, la risposta dell'agenzia del demanio dopo il sopralluogo della soprintendenza: "Questa agenzia è normativamente autorizzata ad effettuare interventi edilizi esclusivamente sui beni ad essa affidati o nella sua disponibilità, utilizzando l'apposito capitolo del bilancio di Stato n. 7754.
Essendo il compendio demaniale in oggetto concesso in uso governativo alla soprintendenza con verbale di consegna del 28 aprile 1976, pur nella massima comprensione delle criticità intervenute a causa del degrado del bene, così come rilevato dai funzionari della soprintendenza, è dovuto il constatare che non sono né previsti né consentiti accantonamenti di somme per queste finalità".
Insomma, il demanio riconosce che la Rocca è di sua proprietà, ma non ha i soldi per rimetterla a posto e in sicurezza. La palla passa alla soprintendenza "la quale – spiega Vanni – non ha fondi".
E allora? «Io, a questo punto – spiega il sindaco – considerata l'urgenza dei lavori e l'alto valore della struttura inizierò la pratica di un'ordinanza a danno sia contro il demanio che contro la Soprintendenza.
Tra l'altro sono solidale e mi faccio carico delle preoccupazioni espresse anche dai cittadini di Sovana, meta di consistenti flussi turistici, nel constatare la situazione di degrado di una parte rilevante delle mura, con tutto ciò che ne potrebbe derivare»